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UN’ONDATA INARRESTABILE

Ieri nel Canale di Sicilia sono stati tratti in salvo tremila migranti. Non sono pochi, tremila, è come dire gli abitanti di paese di provincia. Ma a colpire è stata anche un’altra cifra: 51. Sono le persone trovate morte nella stiva di un barcone, e poi ancora le tre donne trovate morte su un gommone. Una, era incinta, quindi, quattro vite in tutto. Ma quello che non si puo’ dimenticare è che queste persone non sono numeri. Ognuna di loro viene da una famiglia, ha una famiglia, dei legami, che la rendono speciale per le persone con cui è in contatto. Per quelle persone ha anche un nome, che, spesso, nelle cronache non vediamo, quando i corpi sono sommati, per arrivare, tutti assieme , a 51, come i morti nella stiva. E ti viene da chiederti perché non ci si indigna di fronte a uomini trattati peggio degli animali. Certo, si dice, non possono arrivare tutti qua, in Italia, dove la gente non ha lavoro e la crisi ha creato tensioni e povertà, ed è comprensibile che la gente si ponga problemi sulla sicurezza e sulla gestione dei profughi. Molti di loro, in realtà, non vogliono fermarsi in Italia, ma pensano al Nord Europa, dove hanno i parenti e magari anche la speranza di un lavoro. Ma quello che è incomprensibile, pensando anche alle lunghe file di migranti, per lo più siriani, che attraversano i confini di Grecia, Macedonia, Serbia, con la speranza di entrare in Ungheria e finalmente in Germania, è il disorientamento politico e organizzativo dell’Unione Europea, che finora non ha dato una risposta unitaria, di fronte a questo fenomeno umanamente drammatico e numericamente imponente. Una nuova invasione? Forse. Ma per chi scappa da una guerra, sperando di salvarsi la vita, non dovrebbero essere creati dei corridoi umanitari, invece che esporre civili, tra cui molte donne e bambini, a settimane o mesi di esodo? Quando arriveranno le risposte della Comunità Internazionale? . E sempe di immigrazione vogliamo parlare in questa nostra intervista curata da Marina Zerman che ha raggiunto al microfono Silvana Nogarole del Comitato Emmaus Europa e Renzo Fior già Presidente Emmaus Internazionale.

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